LA SALA MUSEO
DI CASA ANDREASI
ALCUNI OGGETTI CONSERVATI
NELLA SALA MUSEO
Abito
1460-1470. Si tratta di una veste molto diffusa nei guardaroba femminili quattrocenteschi ed è chiamato gamurra, camora, zuppa, socha, confezionato in genere in panno di lana.
La gamurra di Osanna è confezionata con una lana bianco avorio non tinta, foderata di tela di lino ed è priva di ornamenti di natura sartoriale. Gli elementi dell’abito di Osanna, l’ampiezza dell’orlo finale (circa m 4,80 tutt’altro che modesta) e la presenza dello strascico, fanno di questa gamurra un indumento di alta qualità sartoriale.
BREVIARIUM ROMANUM
1460-1470. Si tratta di una veste molto diffusa nei guardaroba femminili quattrocenteschi ed è chiamato gamurra, camora, zuppa, socha, confezionato in genere in panno di lana.
La gamurra di Osanna è confezionata con una lana bianco avorio non tinta, foderata di tela di lino ed è priva di ornamenti di natura sartoriale. Gli elementi dell’abito di Osanna, l’ampiezza dell’orlo finale (circa m 4,80 tutt’altro che modesta) e la presenza dello strascico, fanno di questa gamurra un indumento di alta qualità sartoriale.
AGNUS DEI
Su una tavola lignea rettangolare, rivestita di tessuto laminato d’oro, si dirama un’esuberante composizione di serti fioriti in filati d’argento e di fregi in lamina d’argento traforata, sbalzata e cesellata (XVIII sec.), centrata da un Agnus Dei circolare, in cera modellata e dipinta, sovrastato dallo stemma papale di Pio V e circondato da una fitta ghirlanda di fiori.
L’Agnus Dei, risalente al 1572, settimo e ultimo anno di pontificato di san Pio V (1566-1572), raffigura Cristo in pietà, sorretto da due angeli inginocchiati, emergente a mezza figura, sullo sfondo della croce, dal sepolcro baccellato.
Dono del conte Alessandro Magnaguti (1966).
PETTINE
sec. XV – in avorio. Presenta due file di denti: più fitti e sottili da un lato, più radi dall’altro. Evidenzia un monogramma goticheggiante recante un profilo di lettera N e presenta residui di doratura.
Pur non contemplando intarsi complessi o figurette di contorno, l’elegante profilatura smerlata ingentilisce i bordi del pettine.
MASCHERA FUNEBRE
1505 –calco in gesso del diametro di cm 40ca ottenuto stendendo sul volto sereno di Osanna, appena spirata, una mistura di bitume resinoso, cera e olio per permetterne poi il distacco. Dal calco in gesso si è poi ottenuto il volto in positivo con tecniche antiche, stendendovi tela di cotone, garza, cartapesta imbibite di colla animale. Il tutto è stato posto su una tavola di pioppo, riempiendo le cavità di materiali eterogenei, legati da colla. Successivamente l’effige è stata dipinta con colori per suggerire l’incarnato, il velo bianco, la cappa nera e la corona di spine.
Reliquiario sec. XVIII
Legno d’abete sagomato dipinto di verde scuro
Cintura fine XV – inizi XVI secolo
Cintura in cuoio nero con legatura in pelle bianca, da un capo, per la Fibbia (mancante)
Anello sec. XVI
Oro, rubini, smalti. Anello d’oro terminante in due volute ad una delle quali è collegato il polso di una mano che si appoggia con le dita all’altra voluta. La mano verso l’alto, regge un castone tribolato in cui sono incluse tre pietre di colore rosso che sembrano rubini.
Busta fine sec. XV – inizi XVI
Tela ricamata. La busta è a doppia parete rivestita di tela di cotone, ricamata con fili argentati e fili dorati.
Crocifisso seconda metà sec. XV
Legno dipinto. Croce e Crocifisso sono in legno di pioppo o di tiglio